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ARIANO NEL POLESINE – Gli alunni della classe terza dell'Istituto “Turolla” di Ariano hanno partecipato a una toccante esperienza presso la comunità di San Patrignano, sulle colline di Coriano, comune in provincia di Rimini.

È ormai da più di un decennio che la scuola secondaria ripropone quest'iniziativa, finalizzata a prevenire le dipendenze attraverso il confronto diretto con ragazzi che hanno attraversato l'inferno della tossicodipendenza. Gli alunni, accompagnati dalle docenti Giulia Inserra e Eleonora Canetti, sono stati accolti all'ingresso della comunità da tre giovani: Debora, Marco e Cristiano, ragazzi che hanno intrapreso il cammino da alcuni anni e che presto si riapproprieranno della propria vita nel mondo e di quell'esistenza che era stata tenuta prigioniera dalle droghe. La scolaresca ha visitato alcuni dei “settori” di san Patrignano, spazi dedicati al lavoro inteso come mezzo per restituire la dignità.

 I ragazzi hanno visitato le cantine, le stalle, gli spazi per la mungitura e i laboratori di confezione e decorazione, hanno osservato da lontano le scuole, le residenze riservate ai minori, i capannoni, i campi da gioco che donano un po'di svago agli ospiti della comunità e hanno ammirato gli ettari di vigneti e frutteti che si estendono lungo le colline in direzione del mare.

Superata l'iniziale timidezza gli alunni hanno iniziato a fare domande ai giovani della comunità, che hanno raccontato senza filtri i propri errori del passato. Il dialogo è continuato anche a pranzo, con i ragazzi arianesi che hanno confidato ai nuovi amici i timori, le debolezze e le paure che permeano le loro relazioni adolescenziali con amici e famiglia. Dopo pranzo Debora ha narrato i fatti salienti della propria vita, senza tralasciare nulla: dalle passioni dell'infanzia alle prime delusioni inflitte da quelle che riteneva amiche, dai primi successi scolastici al bel rapporto con la sorella, sino agli episodi di bullismo e al crescente senso di solitudine. Gli alunni hanno ascoltato con attenzione il racconto del primo incontro di Debora con la droga, di quel primo spinello consumato senza pensare troppo e delle pastiglie assunte durante un rave party, della crescente solitudine che sopraggiungeva durante le crisi di astinenza. Un vortice culminato nelle fughe da casa, nell'abbandono degli studi, degli affetti, nei fallimentari tentati di uscirne e nella vita in strada, nello spaccio e nel carcere. Al termine di questo doloroso racconto si è aperto lo spiraglio di luce: una mano tesa con determinazione dal padre in un ultimo disperato tentativo di non perdere la figlia e l'ingresso a San Patrignano costellato da difficoltà (perdità di ogni spazio personale dovuto alla costante presenza di un tutor, cure farmacologiche e pesanti ritmi di lavoro). Un cammino difficile ma necessario a ritrovare se stessi e a ricominciare quella vita che sembrava essersi spezzata per sempre dopo l'incontro con le sostanze stupefacenti. Al termine della giornata gli alunni hanno salutato con affetto e commozione Debora, Marco e Cristiano, promettendo di scrivere loro per proseguire il dialogo e per non commettere gli stessi errori.

 

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